Avengers – Endgame: un viaggio lungo undici anni

RECENSIONE:

Un viaggio è pur sempre un viaggio e come ogni percorso, al suo fine, ti lascia in bocca quell’amaro nostalgico e malinconico di chi non avrebbe mai voluto che finisse. Tuttavia, è proprio la fine la parte più essenziale del nostro vagare, il culmine di una ricerca che ci conduce laddove magari non ci saremmo mai neppure aspettati di arrivare. Il viaggio di cui parliamo oggi è durato ben undici anni. Partito come il sogno di un ragazzo che ha visto i propri eroi trasposti sul grande schermo, ed ultimato con la coscienza dell’uomo, non più giovane, che ha visto quei suoi stessi idoli, crescere, patire, e come un lontano ricordo, sparire.

Avengers: Endgame non è una rivalsa, neppure la vendetta di un amaro destino. Anthony e Joe Russo hanno scelto di raccontare il lato più oscuro della medaglia, quello più difficile da affrontare, l’elaborazione del lutto. Perché sarebbe stato fin troppo facile rinascere sulle ali di una vendetta spasmodica e mitica, alla ribalta di un percorso andato storto, e come se non bastasse avrebbe rappresentato una finzione non comune all’essere umano. Gli uomini sono fatti di emozioni e sentimenti ed ognuno, in base al proprio carattere, impara a viverli e a conviverci a modo proprio. C’è chi si rifugia nei ricordi, chi rivive il passato e chi altri, invece, questo passato non riesce proprio ad accettarlo.

Così la pellicola inizia e vaga a ritroso, ripercorrendo tutti quei capitoli e quelle storie che hanno portato i nostri eroi esattamente dove sono adesso. E dopo ben cinque anni dagli eventi raccontati in Avengers: Infinity War, si ritrovano in un limbo fatto di sogni, incubi e speranze ormai morte. I registi riescono a farci dimenticare i supereroi e a raccontarci gli uomini che si nascondono dietro quelle maschere mitologiche che abbiamo imparato ad amare. Perché in fondo questo siamo, uomini, solo uomini, in balia di un qualcosa che neppure i più forti degli eroi riescono a combattere e tanto meno sconfiggere, il destino.

La narrazione inizia spossata come gli animi dei nostri protagonisti e man mano che il minutaggio avanza, con lui cresce e si rinnovava quella speranza ormai persa. Eppure, Endgame non è ciò che ci si aspettava. Il cambiamento lo porta e lo mostra fino alle radici, andando persino a sdrammatizzare e ribaltare quei personaggi cardine dell’universo che la Marvel aveva creato. Ti ritrovi di fronte eroi che faticheresti a riconoscere e il cui cambiamento, magari, ti lascia persino un senso d’insoddisfazione. Ma tra i tanti temi che i fratelli Russo ci raccontano, come l’amore e la famiglia, altrettanto presente è la sconfitta. La pellicola in questione non vuole rovesciare quanto visto precedentemente, ma punta a razionalizzare le cose che ci vanno di traverso: c’insegna a patirle, osservarle e, inesorabilmente accettarle.

“Lo temi, lo eviti, il destino arriva comunque”, ed è solo dopo averlo accettato ed aver toccato il punto più basso della nostra esistenza che possiamo risalire verso un futuro lontano da quei fantasmi che per anni ci hanno dato il tormento, tramutando i sonni in sogni e gli incubi in ricordi.

 

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