Ghost in the Shell: una trasposizione degna di questo nome

SCHEDA DEL FILM:

Titolo: Ghost in the Shell

Anno: 2017

Genere: Azione, Fantascienza

Regia: Rupert Sanders

Sceneggiatura: Jonathan Herman, Jamie Moss

Cast: Scarlett Johansson, Pilou Asbæk, Takeshi Kitano, Juliette Binoche, Michael Pitt, Chin Han, Danusia Samal, Lasarus Ratuere, Yutaka Izumihara, Peter Ferdinando, Anamaria Marinca, Christopher Obi, Joseph Naufahu

TRAMA:

Il Maggiore Mira Killian è un cyborg a capo della sezione di Sicurezza Pubblica numero 9, un’organizzazione antiterrorismo cibernetico gestita dalla Hanka Robotics. La squadra si ritrova a dover affrontare un nuovo nemico pronto a tutto pur di sabotare la Hanka Robotics.

RECENSIONE:

Quando fu presentato per la prima volta al festival di Venezia, Ghost in the Shell (1995) di Mamoru Oshii, più di quanto fece il manga originale di Masamune Shirow, introdusse sul grande schermo una nuova tipologia di action fantascientifico tanto da diventarne una pietra miliare. Tuttavia, così come accade con le trasposizioni, è stata innegabile la paura per questa pellicola diretta, adesso possiamo ben dire in maniera sublime, da Rupert Sander. A differenza di tante altre trasposizioni di opere cartacee o animate, il film in questine attinge abbastanza dall’originale ma, allo stesso tempo, se ne distacca sufficientemente.
L’obiettivo primario era quello di far vivere a chi conoscesse l’opera un’emozione in più e, in egual modo, di attrarre i profani del genere. In un contesto che innegabilmente richiama i temi e le fotografie di Matrix e di Blade Runner, sembra scontato dire che non solo si deve a Sanders il merito di essersi messo in gioco, bensì di aver avuto successo la dove tanti altri hanno miseramente fallito. La narrazione, persino a chi era totalmente nuovo al contesto e ai personaggi, è risultata scorrevole e di facile comprensione tanto da aprire le porte ad una saga che, siamo certi, verrà più che acclamata. Inoltre, non può rimanere indifferente, la carismatica interpretazione di una Scarlett Johansson sempre sul pezzo che, già in Lucy ed ancor prima in Under the Skin, aveva avuto il privilegio di confrontarsi con delle parti similari che, in un  modo o in un altro, le sono servite come trampolino di lancio per quest’eccellente prova attoriale.

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