RECENSIONE:
Wonder Woman è l’ultima pellicola nata in casa Warner Bros. importante, non tanto per il film in sé, ma ancor di più per la necessità di rivalsa della casa produttrice dopo i grandi buchi nell’acqua fatti con Batman V Superman e Suicide Squad. Proprio nel film che narra il conflitto tra il Cavaliere Oscuro ed il figlio di Kripton, abbiamo avuto modo di conoscere il personaggio di Diana, principessa amazzone, interpretata egregiamente da Gal Gadot.
Perché si, questa volta vogliamo partire al contrario col dire che l’unica cosa che effettivamente funziona del film in questione, è proprio la presenza della Gadot che, nonostante i vari impedimenti che andremo pian piano ad analizzare, convince ed incanta con la sua semplicità mista a sicurezza interpretativa. Tuttavia, ancor più grande è stato il suo sforzo se prendiamo in esame regia e sceneggiatura. Patty Jenkins, regista del film, si era detta orgogliosa e determinata per aver trasposto sul grande schermo tutto il femminismo di cui è portatrice e fortemente convinta, peccato però che ciò che sia arrivato di tale sforzo, siano state solo battute ed allusioni spicciole che fluttuavano tra il ridicolo e l’imbarazzante. Come se non bastasse, non possiamo non citare la terribile sceneggiatura che rende il tutto ancor più tristemente banale. L’unico momento di stupore, è stato nel chiederci cosa effettivamente avesse visto la critica estera che, subito dopo aver visto l’anteprima, aveva gridato al “miracolo”.
Eppure, Wonder Woman, aveva tutte le carte in regola per far bene, partendo dal fatto che la major aveva drasticamente cambiato rotta, invertendo da un clima cupo e solenne ad uno più smorzato ed esilarante. La principessa delle amazzoni avrebbe dovuto portare una ventata d’aria fresca nel DC Universe, folata che non ha tardato a divenire l’ennesima occasione sprecata in casa Warner per una pellicola che, per quanto non totalmente pessima, si va a prendere un posto di riguardo nella scala della mediocrità.