Stranger Things 2: tutti i possibili collegamenti ad IT, il romanzo di Stephen King

Uno dei più grandi punti di forza di Stranger Things è senza dubbio il fattore nostalgia, la serie nel corso degli episodi fa diverse volte riferimento a quella che era la cultura americana degli anni 80. Da quanto circola recentemente su internet, sembra possibile notare un’altra grande fonte di ispirazione per la produzione della serie, il romanzo “IT” di Stephen King.

La teoria si basa principalmente sul personaggio di Bob, compagno della madre di Will nella seconda stagione di Stranger Things, il quale dichiara di essere cresciuto nel Maine (dove si svolge la storia raccontata in IT) e, durante uno dei dialoghi più significativi con il ragazzo, racconta come abbia superato la sua paura di un clown che lo tormentava da bambino (possibile riferimento a Pennywise).

Non è il solo personaggio di Bob a fomentare la teoria dei fans, secondo quanto riportato in un’intervista del New York Times da Matt Duffer, sceneggiatore di Stranger Things 2, nel 2016, già allora, si pensava ad un collegamento con il romanzo di King:

“Ho sempre avuto paura dei clown. Ho avuto questo problema sin quando ero molto piccolo e, quindi, per me quando c’erano dei pagliacci ad una festa era sempre un vero trauma. Poi, nel 1990, quando ho visto la miniserie IT e l’interpretazione di Tim Curry nel ruolo di Pennywise sono rimasto davvero sconvolto. Mi ha segnato in modo profondo. Quello è stato uno dei primi film horror che ho visto e non mi ero mai avvicinato prima al mondo di King. Abbiamo pensato ‘Sarebbe bello che Bob suggerisse di trasferirsi nel Maine, proprio dove abita Stephen King’. Lo scrittore esiste in questo mondo. Alcuni personaggi hanno letto i suoi libri. Ma Bob sicuramente no. Non è affatto interessato a Stephen King perché odia quel tipo di storie.”

Infine, ma non meno importante, Stranger Things condivide uno dei propri protagonisti con l’ultima trasposizione cinematografica di IT, l’attore Finn Wolfhard, interprete rispettivamente di Mike e Richie, il quale, nell’ultimo episodio della seconda stagione, ha pronunciato una battuta identica a quella detta dal suo personaggio nel film di Muschietti:

 

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